Il mercato dell’acqua
Ogni italiano beve in media 224 litri di acqua minerale in bottiglia l’anno (fonte Censis 2018). Siamo secondi nel mondo soltanto al Messico con 234 litri pro capite. Ovviamente quest’acqua è contenuta in bottiglie in plastica che in Italia sono più o meno 11 miliardi ogni anno, con le importanti ricadute ambientali che conosciamo. Infatti, solo il 40% di queste bottiglie va a finire nella raccolta differenziata, senza contare in aggiunta la plastica dei fardelli delle confezioni di acqua che acquistiamo al supermercato.
Da anni si fanno nei vari comuni del Paese delle campagne di sensibilizzazione che invitano i cittadini a consumare l’acqua dei rubinetti delle loro case che è quasi sempre sicura e garantita da numerosi controlli. Ma i nostri connazionali non si fidano e assurdamente preferiscono spendere da 50 a 110 euro all’anno pro capite per comprare acqua. Anche oggi, a fronte dell’emergenza plastica che i media continuano a trattare con enfasi, gli italiani non accennano a cambiare le loro abitudini di consumo.
Alternative all’acqua in bottiglia di plastica
Per fortuna stanno arrivando delle alternative. Non parlo soltanto di marchi come 24Bottles oppure Chilly’s che vendono contenitori per l’acqua colorati e di design, fatti in acciaio inox e riutilizzabili, che mirano a scoraggiare l’acquisto di bottiglie in plastica usa e getta e quindi a contribuire alla salvaguardia del Pianeta. Ci sono anche delle aziende che imbottigliano acqua, ma che stanno iniziando a mettere in commercio soluzioni alternative alle solite bottiglie di plastica monouso.
La prima iniziativa che ho notato è quella di San Benedetto che ha di recente presentato un nuovo formato di acqua minerale in lattina sleek da 33 cl con un design elegante e, soprattutto, realizzata in alluminio, quindi sicura e 100% riciclabile. Questo prodotto è pensato più per il consumo di acqua in Ho.Re.Ca e nelle vending machine che in casa, ma certamente aiuterà a ridurre il numero di bottigliette in plastica consumate in uffici e luoghi pubblici.
La seconda iniziativa l’ho vista a Seeds and Chips, il Food Innovation Summit che si è tenuto a Milano in concomitanza con Tuttofood. Durante l’evento veniva omaggiata ai presenti un’acqua contenuta in cartoni Tetra Pak per comunicare e promuovere l’utilizzo consapevole e sostenibile delle risorse del Pianeta. Chissà che questo esperimento non diventi preso un prodotto reale venduto sugli scaffali dei supermercati, dato che la stessa azienda Tetra Pak attraverso il suo sito lancia un invito esplicito alle aziende a farsi notare in GDO con questa soluzione originale di confezionamento dell’acqua. Per ora c’è solo una piccola realtà in Sardegna che confeziona acqua in cartone Tetra Pak, si chiama Acqua Smeraldina e la si può acquistare anche online.
Il progetto WAMI
Infine WAMI un’acqua in bottiglia di plastica, ma che mi ha subito colpito quando l’ho trovata in un ristorante di Bologna. WAMI, che sta per Water With a Mission, è una startup italiana con la missione sociale di portare progetti idrici in luoghi dove l’acqua non è un bene scontato. Ho cercato informazioni in rete ed ho trovato la storia del suo fondatore, Giacomo Stefanini, che ha avuto l’idea e il coraggio di creare un nuovo brand di acqua con l’intento, fin dall’inizio, di poter risolvere anche un problema della società e mi sono appassionata a questo progetto. La formula di WAMI è molto chiara: per ogni bottiglia venduta 100 litri di acqua vengono destinati a progetti di accesso alle risorse idriche in vari paesi del mondo. Chi compra quest’acqua può verificare direttamente sul sito dell’azienda a quale progetto saranno destinanti i suoi soldi, semplicemente inserendo il codice che trova sulla bottiglia, in assoluta trasparenza. L’azienda è certificata B Corporation, la sua bottiglia è fatta al 50% con plastica riciclata, ma l’obiettivo a tendere è di ridurre sempre più l’impatto ambientale e sensibilizzare anche i consumatori su questo argomento. WAMI, oltre a fare del bene, è anche un’acqua oligominerale che sgorga pura dalle Alpi Marittime, a 1.600 metri d’altezza, con un contenuto di sodio molto basso.
Insomma, questi tre esempi dimostrano che si può bere responsabilmente anche quando si beve acqua!
Valentina Lanza