In un anno come questo, in cui avere un locale fisico di ristorazione è stato solo un costo fisso molto elevato, hanno avuto grande fortuna quelli che si erano cimentati in un’impresa di dark kitchen.
Le dark kitchen sono cucine dalle quali escono piatti che vengono affidati ai rider dei diversi player di delivery che poi a loro volta li consegneranno nelle case di chi ha fatto l’ordine online. Infatti, dietro le dark kitchen non c’è un reale ristorante ma un’idea imprenditoriale che permette di lanciare anche più brand di ristorazione e testarli sul consumatore attraverso le vetrine del cibo online, ovvero i portali come Just Eat, Deliveroo, Uber Eats ecc…
Di recente, ho ascoltato parlare ad un evento il founder di Delivery Valley una piattaforma che non solo lancia nuove insegne di cibo virtuali e le progetta nel menu e nell’offerta, ma cura con grande attenzione anche gli aspetti di Marketing e Comunicazione che oggi sono fondamentali per il successo di un’impresa di ristorazione. Questa startup è stata creata da due ex partecipanti di Masterchef, Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta che invece di aprire un semplice ristorante hanno scelto di mettere le loro competenze in una impresa molto lungimirante.
Ecco 3 motivi per cui, secondo me, questa idea vince nell’attuale panorama del food delivery:
- I piatti del menu vengono creati da Delivery Valley nativamente per essere trasportai ed arrivare a destinazione in ottime condizioni di gusto e temperatura: ad esempio l’impasto della pizza è fatto in modo che non arrivi gommosa o il pane dell’hamburger perché si ammorbidisca il giusto nel percorso del driver ecc… aspetti che i ristoranti che fanno anche deliveri generalmente non curano perché ripropongono esattamente le stesse ricette che servono in sala.
- Questa dark kitchen può permettersi di intercettare, lanciare e testare sul mercato in tempi rapidissimi nuovi generi di cucina e trend del food appena fanno capolino in una città ricettiva come Milano, mentre chi mette in piedi un ristorante fisico ha tempi e costi che non gli permettono di sperimentare così tanto senza rischiare praticamente nulla in termini d’investimento.
- La startup Delivery Valley si concentra su aspetti che tutti gli altri imprenditori della ristorazione generalmente mettono per ultimi come il Marketing, ad esempio studiando packaging ad hoc per la consegna più sostenibili, e sulla Comunicazione nella quale di fatto hanno creato un hub che si propone anche ad aziende esterne dello stesso settore. Sono attivi ad esempio nel creare partnership e progetti ad hoc con brand del beverage o del food che possano inserire i loro prodotti nei box delivery o anche nelle ricette consegnate a casa degli utenti.
Insomma, Delivery Valley è proprio una grande intuizione ed è arrivata anche al momento giusto, infatti i numeri gli stanno dando ragione con circa 400 ordini giornalieri sulla sola città di Milano. Sarebbe un’impresa da copiare ed esportare subito in altre città italiane, magari anche con minore concorrenza sul delivery rispetto a Milano, no?
Valentina Lanza